Al negozio di Biancheria Intima
Acquistare biancheria intima un po’ speciale richiede un certo spirito un po’ birichino. Il nuovo negozio aperto vicino a casa mia mi stuzzicava da diversi giorni ma non ero in vena di acquisti, ma ieri pomeriggio mi è venuta voglia di provare qualcosa di nuovo. Con la mia mini preferita e gli stivali al ginocchio col tacco alto ma non altissimo, guardavo con interesse la merce esposta fino a che il mio sguardo non è caduto sullo specchio che avevo di fronte. Il commesso, mentre io guardavo la biancheria, guardava con molto interesse il mio bel culetto sodo e, affascinante, guardava trattenendo il fiato le mie mani quando sfioravo la biancheria.
Prendendo in mano un reggiseno dopo l’altro per sfiorare la coppa ed immaginare come sarebbe stata bella piena delle mie tette sode, avevo l’impressione che il ragazzo immaginasse altrettanto bene quanto me. Quando ho preso in mano le mutandine di un completino che mi attirava parecchio, ho sentito il suo respiro fermarsi ed ho deciso che quello era il completino proprio adatto. Sono entrata nella cabina di prova, non per provare il reggiseno che già sapevo mi sarebbe andato alla perfezione, ma per divertirmi un po’.
Mi piace e mi fa scaldare la figa sentire addosso gli occhi vogliosi di un uomo arrapato, e di sicuro arrapato lo era per bene. Forse avevo accarezzato troppo voluttuosamente la biancheria, o forse il ragazzo era davvero nuovo del mestiere e invece di reggiseni e mutandine vedeva i culi e le tette che li avrebbero riempiti.
In cabina, nascosta solo dalle due tendine che lasciavano intravedere le spalle, le ginocchia e anche qualche accenno di tutto il resto mi sono tolta lentamente la camicetta e mi sono abbassata lentamente le bretelline del reggiseno, accarezzandomi le spalle per farle scivolare giù prima di slacciarlo.
Quando l’ho slacciato, ho chiamato il ragazzo e, nuda dalla cintura in su, gli ho allungato il reggiseno chiedendogli se per cortesia poteva tenerlo un attimo mentre provavo quello nuovo.
Lo ha preso con una certa titubanza, il mio reggiseno ancora caldo di me e profumato della mia pelle che oramai era parecchio eccitata dal gioco.
Sbirciando nello specchio, attraverso la fessura delle tendine, ho avuto la conferma della mia intuizione: il reggiseno non lo teneva più in mano, ma se lo era portato alla bocca e con gli occhi chiusi assaporava il profumo, il mio profumo, mentre la sua erezione sotto i pantaloni mi avrebbe quasi fatto venire voglia di prendergli il cazzo in mano e segarlo lì, con me nuda dalla cintura in su, e lui che mi schizzava addosso, una, due, tre volte, sborrando di schianto come se non potesse resistere.
Mentre lo guardavo, la mia figa bagnatissima chiamava le mie dita per farsi solleticare, allora ho lasciato che la tendina si allargasse un altro poco in modo da fargli vedere bene la mia mano che piano si infilava sotto l’elastico delle mutandine per andare a toccarla.
Ma non sono così cattiva, non mi sarei potuta fare un ditalino mentre lui soffriva con quel cazzo duro che credevo scoppiasse.
Mi sono sfilata le mutandine, calde e bagnatissime, le ho messe nella busta delle mutandine nuove che avrei comperato e mi sono rivestita in fretta,
Poi gli ho allungato la busta con le mie mutandine calde e bagnate della eccitazione che mi aveva fatto provare, gliele ho date con un sorriso dicendogli “Queste puoi tenerle… e anche il reggiseno”.
Sono andata alla cassa e sono tornata a casa con un completino usato in meno ed uno nuovo nella borsetta, lasciando che l’aria fresca sotto la gonna facesse raffreddare la mia fighetta birichina.
Che dite, sono stata troppo cattiva?